Amo Pinocchio da sempre.
Forse, per essere più preciso, lo amo più ora di quando ero bambino.
Infatti da anni colleziono libri di Pinocchio da tutto il mondo soprattutto per le illustrazioni.
Quasi tutti i grandi disegnatori hanno reso omaggio a questo burattino immortale tant'è che anch'io, nel mio piccolo, ho voluto in qualche modo cimentarmi con lui nei famigerati novantasei giorni di lockdown che, grazie al Covid, hanno visto buona parte degli italiani chiusi in casa.
Così, per smaltire nel migliore dei modi questa forzata prigionia, ho realizzato una graphic novel (oggi si dice così ma trattasi di fumetto) dedicata a un Pinocchio sui generis. Niente di nuovo né di geniale ma il divertimento è stato pari all'impegno. Il risultato non sarà stato un granché ma le ottanta tavole in cui ho disegnato la storia di Pin mi hanno aiutato molto a fare volar via il tempo. Per i Beatles invece l'amore è diverso, totale e di lunga data. Da quando, novembre del 1963, nel negozio Del Bianco di Perugia mi imbattei nel loro 45 giri Please Please Me la folgorazione fu immediata. Nel corso di questi sessant'anni i quattro di Liverpool hanno scandito vari momenti della mia vita. Ne è testimonianza la raccolta di tutti i loro vinili e poi dei CD, VHS, DVD, memorabilia e degli oltre centosettanta libri che raccontano di loro. Ecco, a questo punto della mia vita ho pensato cosa sarebbe successo se i Beatles avessero incontrato Pinocchio ed ho provato ad raccontarlo.