è la mattinata immaginata (ma non troppo!) di un Dirigente Scolastico, più semplicemente Preside, quella raccontata in queste pagine, ambientata
in un tempo trascorso, quando tempeste virali incontrollate non attentavano alla sicurezza di un'imbarcazione già di per sé fragile e traballante, come
quella scolastica. Il protagonista passa ore mattutine ricche di imprevisti e, come spesso capita, di importunità, comuni alle scuole di ogni tempo e si riscopre vivere esperienze che già il padre, che svolgeva il suo stesso mestiere, aveva vissuto, salvo che per una debolezza particolare...
Tanti personaggi si avvicendano nell'ufficio del Preside e nelle stanze e nei corridoi della scuola, tratteggiati nelle loro singolarità: lo studente, l'insegnante saccente, quello scrupoloso e professionale, il genitore defensor filii a prescindere, le bidelle più e meno premurose, una delle quali appassionata di linguaggi aulici e di testi antichi e desiderosa di evocarli, il marito sospettoso a riguardo delle malcelate attenzioni riposte sulla moglie insegnante.
Ma la vicenda narrata contempla anche una sottile disputa fra il Preside e lo zio appena conosciuto di un alunno della scuola, aspiranti al consenso
della presunta stessa persona.
Tra equivoci, situazioni varie e tipiche di un ambiente scolastico, prende corso, grazie a una scrittura gradevole e particolare, una vicenda costruita con sapiente gradualità, dove il trasporto dei ricordi di un tempo passato è stemperato qua e là da schegge di esilarante comicità. E del passato diventa
protagonista il padre che, dal figlio Preside, in una sorta di dissolvenza temporale e in un momento di silenzio che avvolge piacevolezze lontane, è ricordato con affetto nei luoghi, nelle situazioni, in piccoli indimenticabili aneddoti, in cui si rivedranno tanti studenti di un tempo e con cui si confronteranno tanti studenti di oggi.